Nel panorama delle gestioni finanziarie delle imprese, spesso le anomalie nei rapporti con gli istituti di credito passano inosservate, non per mancanza di attenzione, ma perché – come suggeriscono molti esperti del settore – c'è un interesse condiviso a preservare lo status quo. Le banche, pilastri del sistema economico italiano, raramente portano alla luce questioni come usura o anatocismo, meccanismi che potrebbero alterare equilibri consolidati da anni. Eppure, quando un'azienda decide di approfondire, i risultati possono essere sorprendenti: non solo un riequilibrio dei conti, ma un'iniezione di liquidità che rafforza la stabilità e apre nuove prospettive di crescita. È quanto accaduto a una cooperativa con sede nel Nord Italia, attiva nel settore dei servizi e con affidamenti consolidati presso una delle principali banche nazionali. La cooperativa, che gestisce regolarmente anticipi su fatture e linee di credito per supportare la propria operatività quotidiana, si è rivolta allo studio Project Consult, studio genovese specializzato anche in consulenze su anomalie finanziarie. Il mandato era chiaro: verificare la correttezza delle condizioni applicate nei contratti bancari, focalizzandosi su potenziali irregolarità come tassi usurari o capitalizzazioni abusive degli interessi.
La pre-analisi condotta dal team di Project Consult ha rivelato un potenziale recuperabile di circa 500.000 euro, derivante proprio da usura e anatocismo accumulati nel tempo. Si trattava di meccanismi tecnici, spesso nascosti nei dettagli dei prodotti finanziari, che – se non contestati – continuano a erodere silenziosamente i margini di profitto.
L'azienda ha scelto di optare per una pausa di circa dieci anni, sospendendo l'azione, monitorando l'evoluzione del proprio business prima di dare il via libera al recupero formale. Una decisione prudente, che ha portato ad attendere nella speranza di un contesto più favorevole.
Nel frattempo, le prescrizioni su alcune irregolarità rilevate ed i nuovi orientamenti giurisprudenziali hanno inevitabilmente ridotto l'importo recuperabile complessivo.
Circa due anni fa, ricevuto semaforo verde dal cliente, si è proceduto con una perizia econometrica formale e dettagliata, affidando la pratica alla funzione legale per le contestazioni formali.
Durante il mese di novembre 2025, dopo 2 anni di azione legale, la cooperativa si accorda e riceve un bonifico diretto dalla banca che accredita nelle casse della cooperativa 150.000 euro netti, una somma che arriva proprio nel momento in cui le imprese hanno più bisogno di risorse per navigare incertezze economiche.
Per ragioni di riservatezza, i nomi e i dettagli identificativi rimangono celati. È una prassi comune in questi casi, che protegge tutte le parti e permette di concentrarsi sui benefici sostanziali, senza esposizioni inutili.
I benefici parlano da soli: 150.000 euro non sono solo un rimborso, ma una boccata d'ossigeno finanziaria.
Per una cooperativa come questa, significa maggiore liquidità per investimenti in personale o attrezzature, una riduzione del debito netto che migliora i ratios patrimoniali, e una stabilità operativa che la rende più resiliente di fronte a fluttuazioni di mercato e per ultimo potenziali condizioni migliorative, negoziate dalla funzione legale, sui prodotti finanziari della cooperativa.
In pratica, un aiuto concreto che trasforma un potenziale svantaggio in un vantaggio competitivo.
Storie come questa sottolineano quanto sia importante non dare per scontati i rapporti bancari: un'analisi mirata, svolta da professionisti seri, può svelare opportunità insperate, soprattutto in un contesto dove le normative sull'usura (come la Legge 108/1996 e le evoluzioni della Cassazione) evolvono continuamente.