L'arrivo del nuovo registro delle opposizioni, atteso entro il 27 luglio, sarà un terremoto per il settore del telemarketing.
Porterà le prime tutele forti contro il fenomeno delle chiamate pubblicitarie illecite, che spesso veicolano frodi. Potremo infatti iscrivere qualsiasi numero di telefono, anche di cellulari, e l'iscrizione annullerà tutti i consensi dati fino a quel momento.
Ma non potrà essere lo strumento risolutivo di un problema che spesso si appoggia a call center esteri o aziende fantasma, difficilmente sanzionabili.
Ne è consapevole il Garante Privacy italiano - deputato a sanzionare questi illeciti - come spiega a Repubblica il suo presidente Pasquale Stanzione, auspicando una cooperazione internazionale tra le diverse autorità europee. Stessi timori li hanno espressi varie associazioni di consumatori. In più, Assocontact dopo l'uscita in Gazzetta Ufficiale del decreto sul nuovo registro (a fine marzo) ha lanciato l'allarme: teme che le nuove norme avranno l'effetto boomerang di favorire i call center "pirata", poiché riusciranno a limitare solo le attività di quelli leciti.
Negli ultimi anni il Garante Privacy ha combattuto il fenomeno colpendo i soggetti italiani che - a volte inconsapevolmente ma con un difetto di sorveglianza - si avvalevano di call center pirata. Ha sanzionato per esempio tutti gli operatori telefonici per questo motivo. Ma è ancora più difficile la tutela quando a risiedere all'estero sono anche le aziende - ad esempio di trading online - che si fanno pubbìicità in questo modo. E in generale il fenomeno è ancora grave; più di quanto sperato in passato dalla stessa autorità.
Come pensate di combattere il fenomeno con il nuovo strumento?
«La piena operatività, da luglio prossimo del nuovo registro delle opposizioni introdurrà ulteriori, importanti tutele contro le chiamate spesso davvero moleste di natura promozionale; come la possibilità di iscrivere qualsiasi numero di telefono e l'annullamento automatico dei consensi tramite l'iscrizione ai registro. Ma, naturalmente, l'endemicità del fenomeno è tale che per una tutela effettiva si dovrà profondere qualche sforzo in più per disarticolare la filiera complessa di teleseller, spesso abusivi e del sottobosco di aziende partner, su cui esso si fonda e che non di rado hanno sede estera».
Cosa si può fare di più per combattere questo fenomeno?
«Per intervenire sulle articolazioni estere o sui vari partner delle imprese responsabili, sarà determinante la cooperazione con le Autorità europee di protezione dei dati dei Paesi interessati e, se del caso, con la magistratura, come già sperimentato in passato con esiti soddisfacenti. Ma lo strumento del registro delle opposizioni, che pur può offiire un ottimo contributo al contrasto del fenomeno, per poter essere efficace deve essere conosciuto e non lo è ancora abbastanza. Investiremo molto, anche sulla consapevolezza, da parte dei cittadini, degli strumenti di tutela di cui possono avvalersi».
Si può fare un bilancio dell'attività degli ultimi mesi?
«Le sanzioni hanno ridotto, ma non nei termini attesi, il volume delle segnalazioni all'Autorità, ancora significativo. Questo dimostra quanto i cittadini avvertano come invasivo il fenomeno. Naturalmente non tutte le segnalazioni sottendono necessariamente un illecito: capita, ad esempio, che ci si dimentichi di aver fornito un consenso alla ricezione di telefonate e per questo ci si rivolga al Garante sostanzialmente "sine titulo". Ma non si tratta certo della maggioranza dei casi e l'entità delle sanzioni irrogate dimostra, spesso, la gravita delle condotte realizzate».
FONTE GARANTE PRIVACY
(Intervista di Alessandro Longo, La Repubblica)