Di recente si è assistito ad una crescente diffusione delle tecniche di RFID (Radio Frequency Identification ), basate sull'utilizzo di etichette intelligenti di riconoscimento (cd RFID tags ) in grado di trasmettere e ricevere, con appositi lettori, segnali attraverso onde radio.
Tali tecniche possono rappresentare uno strumento utile per diverse finalità. La RFID può essere ad esempio impiegata per "tracciare" singole unità di prodotto nella catena di distribuzione dell'industria, per garantire una maggiore rapidità nelle operazioni commerciali, per prevenire furti e contraffazioni dei prodotti, per controllare accessi ad aree riservate, ecc.
Occorre tenere presenti le ripercussioni che l'utilizzo di tali tecniche può avere sui diritti delle persone e in special modo sulla protezione dei dati personali. Le cd. etichette "intelligenti" potrebbero esse stesse contenere dati personali, o rendere comunque identificabili gli interessati attraverso l'aggregazione con altre informazioni di carattere personale (si pensi, ad esempio, al loro impiego in esercizi commerciali ove sia possibile procedere all'incrocio dei dati relativi ai pagamenti effettuati dal cliente). Esse possono inoltre comportare la localizzazione dell'individuo che detiene l'oggetto su cui sono apposte, con notevoli conseguenze anche sulla libertà di circolazione delle persone. Ciò, tenendo conto anche del fatto che, in prospettiva, lo sviluppo tecnologico potrebbe incrementare la potenza dei sistemi di RFID rendendo possibile una "lettura" delle etichette anche a notevoli distanze.
I rischi per la vita privata dei cittadini possono accrescersi nel caso di una integrazione della stessa RFID con altre infrastrutture di rete (telefonia, Internet, ecc.).
Ulteriori pericoli per gli interessati possono derivare -specie, in prospettiva, con l'adozione di standard comuni- dalla possibilità che terzi non autorizzati "leggano" i contenuti delle etichette o intervengano sugli stessi (mediante, ad esempio, "riscrittura").
Ad oggi, si ha notizia, inoltre, dell'avvio di alcune tecniche di impianto di microchip RFID nel corpo umano e ciò per diverse finalità (allo scopo, ad esempio, di conservare e rendere all'occorrenza disponibili informazioni sullo stato di salute del paziente; al fine di verificare l'accesso a determinati luoghi riservati; oppure di garantire pagamenti rapidi in transazioni commerciali di vario tipo). Tale pratica impone una riflessione approfondita.
L'impiego della RFID , ove configuri un trattamento necessario di dati personali, deve avvenire nel rispetto del Codice in materia di trattamento dei dati personali (d.lg. n. 196/2003). Le caratteristiche proprie del settore in esame pongono il problema dell'individuazione di specifiche modalità applicative.
fonte sito ufficiale Garante Privacy