Nel settore privato aziende più grandi iniziano ad affrontare meglio la legge predisponendo anche “uffici privacy”, avvalendosi magari di collaborazioni esterne, mentre aziende medio piccole trascurano di più la materia ed evidenziano un livello inferiore di adeguamento alla normativa e agli indirizzi del Garante. Nella pubblica amministrazione la cultura della privacy stenta ad affermarsi: processi di lavoro e gestione delle pratiche di ufficio poco rispettosi della legge sulla tutela dei dati personali e, in alcuni casi, assoluta noncuranza e superficialità nel trattamento dei dati.
Questo il quadro che emerge dalle 56 ispezioni che l’Ufficio del Garante, a cura del Dipartimento vigilanza e controllo, ha effettuato lo scorso anno nei confronti di pubbliche amministrazioni e privati. Complessivamente 30 in più rispetto al 2002. L’incremento dell’attività ispettiva si è potuto realizzare anche grazie allo stretto rapporto di collaborazione con la Guardia di finanza stabilito con il protocollo siglato nell’ottobre 2002, che prevede uno stretto rapporto con il Comando Unità speciali del Corpo.
I controlli sono stati originati da segnalazioni di cittadini o di organi di stampa (48%), che hanno reso necessaria una verifica sul posto e da ricorsi (42%), dai quali sono emersi profili che meritavano accertamenti autonomi. Cicli di ispezioni e controlli incrociati, pari al 10% del totale, sono stati effettuati d’ufficio per verificare il rispetto della normativa in determinati settori.
Le ispezioni hanno riguardato nel 34% dei casi le modalità di acquisizione del consenso, soprattutto nell’ambito delle comunicazioni commerciali indesiderate via Internet e nel 26% il rispetto della normativa in materia di videosorveglianza.
In un ulteriore 26% dei casi l’ispezione ha accertato l’origine dei dati personali trattati mentre nel 12% ha verificato le misure di sicurezza. Gli interventi recenti sono stati effettuati su tutta la penisola, anche se in questa fase si sono concentrati nelle regioni settentrionali e centrali dove sono localizzate in prevalenza le aziende private controllate. Nel corso delle attività ispettive sono state accertate numerose violazioni amministrative e, nel 10% dei casi, si è proceduto ad inviare segnalazioni all’Autorità giudiziaria per violazioni costituenti reato quali: il trattamento illecito di dati personali, la mancata adozione delle misure di sicurezza, l’inottemperanza ai provvedimenti del Garante.
Alcune ispezioni hanno consentito inoltre di portare alla luce gravi inadempienze per l’accertamento delle quali sono state avviate complesse indagini di polizia giudiziaria ancora in corso.
L’esperienza ha evidenziato anche un buon rapporto istituzionale con i presidenti dei tribunali competenti per il territorio che, nei casi in cui occorreva una loro autorizzazione, hanno accolto tempestivamente con provvedimenti motivati le richieste dell’Autorità.
Per quanto riguarda il futuro, pubblica amministrazione, Internet, trattamento informatico dei dati saranno i settori sui quali maggiormente si concentrerà l’attività ispettiva del Garante Privacy. All’inizio dell’anno 2004 è stato rafforzato il rapporto di collaborazione con la Guardia di finanza, con l’obiettivo di incrementare ancora l’efficacia dell’attività di controllo dell’Autorità.
Fonte: comunicazioni ufficiali del Garante per la protezione dei dati personali (Reg. al Trib. di Roma n. 654 del 28 novembre 2002).